Vaccini e psicologi

E' molto triste ancora una volta non vedere riconosciuta a pieno la nostra identità' di professione sanitaria e quindi non vedere considerato un passaggio legislativo che il Consiglio nazionale dell' Ordine ha promosso e ottenuto nella precedente consiliatura e che il presidente Lazzari con il consiglio in carica portano avanti con fermezza. Vogliamo certamente unirci alle buone e lungimiranti intenzioni del premier e stigmatizzare l'incivilta' dei furbetti dei vaccini, che magari anche nella ns "Comunita" ci saranno stati, come in tutte le altre, ma questa e' un'altra storia!!!

Probabilmente, pero', anche noi psicologi continuiamo ad avere prioritarie responsabilita'del disconoscimento operato dalle Istituzioni: frammentarci in maggioranze e minoranze di volta in volta diverse, che spesso per principio attaccano il punto di vista dell'altra "parte" e, quindi, dare un'immagine non comunitaria, e, ancora, non adire a strade civili anche di denuncia.

Noi dovremmo optare, invece, per interventi visibili e forti sul piano della comunicazione, usare per es i social con determinazione non per tentare di squalificare i colleghi, insomma evitare di usare una psicologia gridata, non costruttiva e che mira ai propri miopi interessi personali e /o di potere, per esempio occupando posti molto remunerativi e sovrapporne diversi!

Qui ci vuole una lotta politica comunitaria ideativa, che sappia anche fare cogliere il ns ruolo e le ns specifiche competenze nel funzionamento della macchina organizzativa dei Servizi, ci vuole la capacita' di produrre dati quantitativi attraverso un attento monitoraggio del ns lavoro, che ci permetta di andare oltre le relazioni sui casi, ci vuole uscire da una visione asfittica del proprio studio e fare diventare questo promotore di azioni di Comunita', ci vuole scegliere in questo momento modelli di supporto brevi, essere anche un po' solidali. Ci vuole lasciare gli "sportelli", dove nelle Organizzazioni, spesso ci vogliono circoscrivere, per promuovere invece il ns stare nel funzionamento generale e produrre pensiero organizzativo comunitario, forzando la cortina di quel diabolico processo disfunzionale che intende confinarci all'interno di incarichi esecutivi finalizzati a"togliere dal normale andamento dei processi di cura pazienti, casi destabilizzanti di questi processi". Denunciamo che laddove si vuole costruire un pensiero di integrazione dell'apporto psicologico ai modelli dell'organizzazione e si dispone di dati evidence based,si scopre che nella pianta organica si quadruplicano i posti per biologi e si contraggono quelli per psicologi, e si manda la gente a morire da sola e/o si orientano le sparute risorse ad un supporto telefonico dei parenti (es in un ospedale covid forse 2 o al massimo 3 parenti a psicologo e gli psicologi comodamente si predispongono a questo, o quando si riceve la visita dello psicologo di un servizio, che ha l'ardire di chiamarsi tale, solo in fase di dimissioni, dopo interventi che "mutilando" il corpo distruggono la psiche; liberiamoci da queste responsabilita' e promuoviamo nelle nostre azioni l'alternativa, anche se apparentemente crediamo di essere agevolati. RICORDIAMO AI MANAGER CHE POICHE'GLI OSPEDALI NON SONO DI APPARTENENZA DELLE DIVERSE TIPOLOGIE DI FIGURE PROFESSIONALI Ma APPARTENGONO Alle PERSONE CHE I PAZIENTI RAPPRESENTANO, gli psicologi sono massivamente irrinunciabili anche sul piano del pensiero organizzativo

La Societa'Italiana di Psicologia Pediatrica sta tentando di proporre un modo di essere alternativo tra i suoi iscritti e nelle Organizzazioni con cui interloquisce , cercando di promuovere negli psicologi giovani e meno giovani, un diverso modo di essere nelle Organizzazioni con il proprio ruolo di figura sanitaria e la propria capacita' di costruire pensiero organizzazivo,chiedendo se necessario un'audizione ministeriale

Invitiamo il presidente Draghi a sostenere tutto cio'; la qualita' della vita dei cittadini sara' migliore e" miracolosamente" la spesa sanitaria si contrarra'.

Giovanna Perricone, Presidente SIPPed


𝐕𝐀𝐂𝐂𝐈𝐍𝐈 𝐄 𝐏𝐒𝐈𝐂𝐎𝐋𝐎𝐆𝐈

𝐅𝐨𝐫𝐬𝐞 𝐞̀ 𝐢𝐥 𝐜𝐚𝐬𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐥 𝐆𝐨𝐯𝐞𝐫𝐧𝐨 𝐢𝐧𝐟𝐨𝐫𝐦𝐢 𝐬𝐞 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐨

Può capitare di essere ottimi tecnici ma non brillare come comunicatori. Sorprendono infatti le affermazioni del presidente Draghi che nella sua conferenza stampa ha parlato di giovani psicologi che si fanno vaccinare scavalcando le persone anziane. Sorprendente da molti punti di vista: perché nessuno di noi ha chiesto di avere priorità, è stato il Governo a decidere le priorità vaccinali, ed in queste sono state incluse tutte le professioni sanitarie. Perché addirittura l'ultimo Decreto trasforma la facoltà in obbligo, esteso a tutti gli iscritti agli Ordini sanitari. Perché queste priorità e questi obblighi non sono determinati dal fine di proteggere i sanitari ma le persone, bambini e adulti, da loro seguiti.

E allora, signor Presidente, le dico che non ci sono solo gli Psicologi del SSN, ma ci sono le migliaia di psicologhe e psicologi che lavorano nella scuola per sostenere il disagio determinato da un anno di scuole chiuse; ci sono, signor Presidente, le migliaia di di psicologhe e psicologi che lavorano con soggetti fragili, bambini diversamente abili, con problemi di sviluppo e con le loro famiglie; ci sono, signor Presidente, le migliaia di psicologhe e psicologi che lavorano con gli anziani, RSA, malati oncologici, persone con patologie croniche, nel fine vita; ci sono, signor Presidente, le migliaia di psicologhe e psicologi che sono a fianco delle tante, troppe persone, che non ricevendo risposte dal pubblico per la mancanza scandalosa di psicologi, si rivolgono al privato.

Come li vogliamo considerare, signor Presidente, queste decine di migliaia di professionisti della salute psicologica? Ma soprattutto, come vogliamo considerare i bambini, i giovani, le donne, gli uomini, gli anziani, che stanno aiutando e che non sono vaccinati o non possono esserlo? Persone che non meritano nessuna protezione? Le persone che in Italia, ogni giorno, hanno bisogno di un aiuto psicologico sono un popolo. Un popolo al quale sinora il Governo non ha dato risposte. Ora vogliamo dire che tutti quelli che chiedono aiuto ad uno psicologo non sono meritevoli di protezione?

𝑫𝒂𝒗𝒊𝒅 𝑳𝒂𝒛𝒛𝒂𝒓𝒊, 𝑷𝒓𝒆𝒔𝒊𝒅𝒆𝒏𝒕𝒆 𝑪𝑵𝑶𝑷


VACCINI: DA DRAGHI MANCANZA DI RISPETTO A PSICOLOGI

Siamo rimasti francamente indignati dalle parole del premier Draghi, che in conferenza stampa ha sottolineato il fatto che giovani psicologi si fanno vaccinare scavalcando le persone anziane. Va chiarito un punto che forse è sfuggito al Presidente del Consiglio: è stato il Governo da lui presieduto a decidere l'obbligatorietà vaccinale per le professioni sanitarie, a cui gli psicologi appartengono, e, al contrario, nessun psicologo ha chiesto di essere vaccinato in via preferenziale.

L'ultimo Decreto peraltro, estende l'obbligo a tutti gli iscritti agli Ordini sanitari di vaccinarsi, a prescindere dall'età degli operatori, pena la sospensione dall'attività e dello stipendio. Le dichiarazioni di Draghi colpiscono al cuore, perché la professione dello psicologo è una professione sanitaria e oltre a prestare servizio nel SSN vede migliaia di psicologhe e psicologi lavorare con persone fragili dove il rischio contagio per i pazienti e la categoria è sempre alto. Penso, ad esempio, a coloro che operano nella scuola, nelle Rsa, accanto a malati oncologici o persone con patologie croniche. Meritano rispetto le decine di migliaia di psicologi che in questi mesi si sono messe a servizio, spesso gratuitamente come nel caso del numero verde per il supporto psicologico attivato dal Governo grazie a psicologi volontari, e attualmente chiuso perché non é stato stanziato neanche un euro per farlo proseguire.

Pertanto, poiché immagino che il presidente Draghi difficilmente non possa aver letto un decreto da lui firmato, riteniamo che siano gravi le sue dichiarazioni e che purtroppo confermano la colpevole e continua confusione generata dal Governo sul tema vaccini, oltre all'assenza di consapevolezza dei drammatici danni psicologici che stanno subendo bambini e adulti non solo a causa della pandemia ma anche della sua mala gestione. E questo é anche più intollerabile di ogni scivolone mediatico.

Maria Teresa Bellucci, Fratelli d'Italia